Terra dei Fuochi. Gli “Ultimi” di don Aniello Manganiello scendono in campo

L’associazione “Ultimi per la legalità” di don Aniello Manganiello e un gruppo di giovani impegnati dell’Agro-Nolano scendono in campo con proposte concrete, per affrontare l’emergenza rifiuti tossici in Campania.

di Giuseppina Amalia Spampanato


È partita domenica, 20 ottobre, una raccolta di firme in tutti i comuni dell’Agro-Nolano per sollecitare l’intervento delle autorità competenti sull’emergenza rifiuti. L’obiettivo è quello di coinvolgere tutta la popolazione, le istituzioni italiane e quelle dell’Unione Europea, chiedendo una partecipazione attiva sul territorio e l’adesione alle seguenti richieste:

1) Mappatura dei siti contaminati e pubblicazione dell’esito delle indagini;
2) Analisi dei pozzi, le cui acque sono utilizzate per irrigare i campi;
3) Indagine epidemiologica della popolazione e la pubblicazione della stessa;
4) Sostituzione delle colture food dei terreni inquinati con piantagioni no-food (come aree boschive), per un tempo non inferiore ai venti anni;
5) Monitoraggio eseguito dall’esercito sui siti coinvolti negli sversamenti di rifiuti tossici e il controllo da parte degli stessi dei traffici illegali di camion;
6) Inserimento del reato ambientale nel codice penale ed il conseguente inasprimento delle misure carcerarie e delle pene pecuniarie;
7) Reperimento delle risorse attraverso i beni confiscati alla camorra e i proventi delle multe di chi si rende responsabile di crimini ambientali.

Per capire l’entità e la gravità dell’avvelenamento dell’aria che respiriamo, delle terre e delle acque campane, c’è bisogno di trasparenza e verità: questa la principale richiesta, nata da un bisogno di informazione e divulgazione di dati certi per intervenire con proposte concrete e fattibili.
Attraverso l’allestimento di banchetti nelle piazze dei comuni coinvolti, saranno raccolte quante più firme è possibile, al fine di dimostrare quanto sia condivisa e urgente la necessità di affrontare il dramma degli sversamenti e dei roghi di rifiuti tossici.
Le firme raccolte, allegate al documento con le specifiche richieste, saranno poi portate all’attenzione del Prefetto della Repubblica di Napoli, al Parlamento Italiano e al Parlamento Europeo, previa richiesta di un’interrogazione parlamentare.

Un gesto importante per chi è convinto che una spinta concreta può partire solo dal basso, con una grande presa di coscienza, seguita da partecipazione e presenza costante sul territorio.

Improrogabile è la nascita di una coscienza civica e ambientale per combattere quello che è un vero e proprio crimine contro l’umanità.

Laddove è evidente la collusione tra camorristi, industriali, politici e contadini omertosi, ultimo baluardo di speranza è la chiesta di frontiera e l’impegno spontaneo di giovani desiderosi di riappropriarsi della propria terra e del proprio futuro.

L’iniziativa promossa da don Aniello Manganiello intende dare voce agli ultimi, obbligando lo Stato ad ascoltare richieste precise, seguite da indagini, interventi e controlli costanti e capillari.

Il popolo campano, stanco di continui soprusi, offeso e umiliato da vent’anni di silenzio, oggi cerca il suo riscatto, pacificamente, ripudiando ogni forma di violenza.

Armato di propositività e speranza, stretto in un unico grido di indignazione, il popolo chiede di essere ascoltato e tutelato, salvaguardando il diritto alla vita.

Non ci si può più accontentare di sopravvivere, mentre in costante aumento è il numero di persone affette da tumori, leucemie, asma e rare forme allergiche.

Sotto un unico stendardo, aconfessionale e apartitico, siamo tutti chiamati ad una grande responsabilità:scendere in campo per il diritto alla vita.