La crisi economica: “è colpa loro”

I Cinesi stanno meglio di ogni altro abitante di questo pianeta. Pero’ anche i Brasiliani non scherzano, insieme agli Indiani e i Russi sono oggi i “nuovi ricchi” del BRIC, invidiati dagli ex ricchi. E gli ex ricchi invidiano anche i Messicani, gli Indonesiani, i Sud Koreani e i Turchi che, dopo il BRIC, si chiamano MIST e fanno numeri che, nell’Occidente convalescente, sono ormai solo nei ricordi dei sessantenni. L’Europa e gli USA sono in crisi e se negli anni ’70 questi due continenti controllavano il 79,7% dell’economia del pianeta, oggi stanno lottando per mantenere le posizioni che li vedono intorno al 45/48%.  Sono ormai 5 anni che si sente parlare solo di crisi dell’Occidente.

di Vincenzo Marra


Ci piangiamo addosso con la stessa intensita’ con la quale abbiamo vissuto la gioia della ricchezza che abbiamo prodotto dopo la seconda guerra mondiale. Ma come si fa a perdere la meta’ di quello che avevamo in meno di 50 anni? Una cosa e’ sicura: “E’ colpa loro” – “Ma chi sono loro?” Non e’ importante definirli, l’importante e’ sapere con sicurezza: “E’ colpa loro”.

Ci hanno imbrogliato, ci hanno fatto credere che potevamo avere due case, una macchina a persona nelle famiglie, il motorino a 16 anni e il mutuo per aquistare tutto. A partire dal 2008, ci hanno detto che non possiamo piu’ spendere, ci hanno rifilato uno tsunami di derivati che hanno collassato le nostre economie. E non e’ finita: adesso rivogliono le nostre case, le nostre macchine e tutto quello che ci permetteva di vivere alla grande. Vogliono rinegoziare il nostro mese di vacanza sicuro, la nostra assistenza malattie garantita, le nostre pensioni perche’ dicono che non ce lo possiamo permettere. La nostra scelta resta quella di andare a vivere, in uno di quei favolosi Paesi che stanno facendo i numeri, il BRIC o il MIST. E mentre sfogliamo la margherita ci accorgiamo che i nostri standards poco si adattano a quelli dei Cinesi, dei Russi ovvero di tutti quelli che stanno lavorando per raggiungere il livello di agiatezza che siamo riusciti a creare in Occidente.
Forse in Brasile o in Messico potremmo trovare qualche angolo di paradiso e senza paragonare i numeri di questi due grandi Paesi neolatini agli USA, ci accorgiamo che il prodotto interno lordo del Messico e del Brasile sono ancora la meta’ di quello Italiano (rispettivamente, 550 e 529 miliardi di Dollari) alle ultime rilevazioni del 2011. E la Russia e’ alla meta’ del Brasile mentre la Cina supera appena di una posizione, con 20 miliardi di dollari, il prodotto interno lordo dell’Italia. Negli ultimi due anni, l’Italia ha sofferto altre perdite e i Paesi emergenti si sono avvicinati di piu’ ai risultati dell’Italia mentre osserviamo che, ognuno dei Paesi menzionati potrebbe inglobare l’Italia come una piccola regione dei loro immensi territori. Forse non stiamo ancora cosi male come “loro” vorrebbero farci credere. Forse c’era bisogno di creare altri mercati dove competere e magari perdere un po’ di peso prima di tornare a correre. Forse si tratta solo di un aggiustamento a livello planetario. Forse si sta aprendo una nuova fase dove non si dovranno concentrare gli sforzi delle industrie farmaceutiche per non far morire di colesterolo gli occidentali e di fame gli orientali. Forse quello che stiamo pagando e’ il prezzo per esportare una democrazia che, nei Paesi emergenti, e’ ancora poco praticata.  Dopotutto basta andare a Milano, Parigi, New York, Roma, Las Vegas, Madrid, per incontrare gruppi di “nuovi ricchi” che vengono a fare “shopping” per portarsi a casa il simbolo del loro successo crescente: il lusso occidentale.
E loro che dicono di tutto questo?... Ma loro chi sono? Loro sono quelli che eravamo noi 50 anni fa. Lavorano sempre con la speranza di migliorare la loro vite, si concedono poche vacanze per il timore di perdere posizioni, studiano sempre di piu’ per capire meglio come si affrontano le difficolta’. E noi facciamo le settimane bianche, le escursioni nei paradisi tropicali mentre continuiamo ad insegnare ai nostri figli di non preoccuparsi perche’ se falliscono, “E’ colpa loro”.
Siamo ancora in tempo a recuperare, siamo ancora in vantaggio e il nostro handicap e’ la paura. Abbiamo paura di perdere il superfluo e basta guardare al numero di vestiti, di scarpe, di cravatte e di borsette che abbiamo stipate negli armadi ormai insufficienti, per capire il nostro male. La tecnologia telefonica e’ ormai diventata parte del nostro abbigliamento mentre ci sentiamo anonimi vestendoci di griffe con nomi ad alto valore aggiunto. Non abbiamo piu’ il concetto di qualita’/valore: solo se costa caro, vale molto. Comunque se ci hanno portato a questo punto, e’ colpa loro. Noi ormai non pensiamo piu’, attendiamo ansiosi la soluzione che ci proporranno loro perche’ ormai sappiamo chi e’ responsabile di questa crisi: “E’ colpa loro”!