Politica

BERLUSCONI RENZI E LA PARTITA DELLE RIFORME

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Nel gergo della politica una delle parole più usate, meglio abusate, è “riforma”, o “riformare”. La si utilizza ad ogni piè sospinto, come un mantra miracoloso che tutto dovrebbe o potrebbe risolvere. Ma sembra proprio che l'uso del termine sia inversamente proporzionale alla realizzazione effettiva dei cambiamenti che s'invocano. Insomma, più se ne parla e più non succede niente.

Elia Fiorillo


“Non ne posso più dell'acqua che sgorga dalla bocca degli uomini politici, impegnati a promettere grandi riforme senza che nulla di concreto venga fatto per impedire ruberie e corruzione”. Chi parla non è il solito cittadino incavolato, ma un padre della Patria, Cesare Merzagora, senatore a vita, presidente del Senato, presidente supplente della Repubblica nel 1964, durante la malattia del capo dello Stato Antonio Segni. Si esprimeva così già nel lontano 1987, immaginarsi oggi. Certo, promettere è facile ma poi andare al sodo non è cosa semplice. E le promesse non mantenute mettono in moto nei cittadini un colossale giro di disaffe ..

In ricordo di don Diana: per amore del nostro popolo noi non dimentichiamo

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Il 19 marzo 1994, nel giorno del suo onomastico, don Peppe Diana fu barbaramente assassinato nella sagrestia della parrocchia di San Nicola di Bari, a Casal di Principe, mentre si accingeva a celebrare la messa. Alle 7.25, un killer della camorra, con cinque colpi di pistola, pone fine alla sua vita terrena.

Giuseppina Amalia Spampanato


Sempre in prima linea contro il racket e lo sfruttamento degli extracomunitari, don Peppe Diana era un uomo coraggioso, un nobile esempio di lealtà e solidarietà umana. Un parroco che è morto per amore del suo popolo, un popolo che ha cercato di redimere e indirizzare verso la giustizia, promuovendo la denuncia di estorsioni, tangenti, soprusi, traffici illeciti per l'acquisto e lo spaccio delle sostanze stupefacenti. Un uomo che, pur consapevole dei rischi che correv ..

GRILLO E RENZI, IL BRACCIO DI FERRO PER LE EUROPEE

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Più si va avanti verso le elezioni europee di maggio, più i colpi di scena mediatici si moltiplicano. Tutto fa brodo per catturare voti. La crisi economica che attanaglia l'Unione Europea diventa una carta da giocare in campagna elettorale per quelle formazioni politiche che sono all'opposizione. Il malessere porta voti e, quindi, giù Beppe Grillo e Matteo Salvini a disegnare scenari idilliaci con il ritorno alla lira, o cancellando le direttive e i regolamenti di Strasburgo e Bruxelles. “Viva l'Italia libera dall'U.E.”. Meglio, nel caso della Lega di Salvini, “viva la Padania liberata”.

Elia Fiorillo


Anche gli altri partiti però non lesinano critiche all'Europa germano-centrica, chiedendo voti per cambiare. Più si parla d'Europa e più, però, si pensa all'Italia in fatto di consenso elettorale. L'automatismo non dovrebbe esserci, ma c'è: se vinci la partita per Bruxelles, la stravinci anche per l'Italia. E la vittoria è doppia perché ti legittimi indirettamente, ti rafforzi e puoi preparati meglio alla grande bat ..

QUALE FUTURO PER IL COMPARTO LATTIERO CASEARIO ITALIANO DOPO LE QUOTE LATTE

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Associazione Generale cooperative italiane   L’abolizione delle quote latte, prevista per il 1° aprile 2015, probabilmente determinerà un sensibile aumento della produzione di latte che, nell’Unione europea, potrebbe arrivare nel 2023 ai 150 milioni di tonnellate. Conseguentemente, anche la produzione di formaggi dovrebbe espandersi, quasi raggiungendo gli 11 milioni di tonnellate. Pertanto, a livello dei Paesi comunitari, ci si sta già organizzando per il prevedibile aumento della produzione lattiera, ed anche perché in generale è cresciuta la richiesta di latte e soprattutto di quella in polvere.

Mauro Vagni


Il regime delle quote latte è stato un sistema produttivo che complessivamente ha rappresentato una valida regolazione del mercato, ma probabilmente l’Italia non lo ha saputo applicare e ciò ha costituito un grave problema. Con l’ormai prossimo superamento delle quote, si verificherà comunque una iniziale fase di profonda incertezza, sia legata alla crisi economica sia connessa al fatto che i tanti allevatori che hanno acquistato quote avranno a quel punto il ..

QUALE FUTURO PER IL COMPARTO LATTIERO CASEARIO ITALIANO DOPO LE QUOTE LATTE

L’abolizione delle quote latte, prevista per il 1° aprile 2015, probabilmente determinerà un sensibile aumento della produzione di latte che, nell’Unione europea, potrebbe arrivare nel 2023 ai 150 milioni di tonnellate. Conseguentemente, anche la produzione di formaggi dovrebbe espandersi, quasi raggiungendo gli 11 milioni di tonnellate. Pertanto, a livello dei Paesi comunitari, ci si sta già organizzando per il prevedibile aumento della produzione lattiera, ed anche perché in generale è cresciuta la richiesta di latte e soprattutto di quella in polvere. Il regime delle quote latte è stato un sistema produttivo che complessivamente ha rappresentato una valida regolazione del mercato, ma probabilmente l’Italia non lo ha saputo applicare e ciò ha costituito un grave problema. Con l’ormai prossimo superamento delle quote, si verificherà comunque una iniziale fase di profonda incertezza, sia legata alla crisi economica sia connessa al fatto che i tanti allevatori che hanno acquistato quote avranno a quel punto il loro investimento azzerato.

Mauro Vagni


Come affrontare il nuovo scenario? Per la verità le modalità di intervento individuate e le altre ancora in corso di definizione dovrebbero consentire il cosiddetto “atterraggio morbido”.

In primo luogo, sarà indispensabile incentivare le Organizzazioni di Produttori nonché favorire l’aggregazione di cooperative in funzione della loro competitività sul mercato, attraverso quindi il raggiungimento di una loro adeguata dimensione ..

Tempi di crisi

Tanto tempo fa, nel cuore della prima repubblica, esisteva l’istituto case popolari, ente destinato alla costruzione di alloggi per tutti coloro che avrebbero avuto difficoltà nell’acquistare una casa sul mercato libero. L’istituto Case Popolari ha rappresentato per un buon periodo della sua esistenza un interessante e riuscito esperimento ma, come molte situazioni di quel periodo storico, è divenuto centro di potere politico e di favoritismi al punto che molte imprese edili e non solo, sono nate , crescite e morte con l’Istituto stesso.

Claudio Cecinelli


LA TERRA DEI FUOCHI, UN'EMERGENZA NAZIONALE

Istituire una Procura nazionale contro i reati ambientali

Elia Fiorillo


GOVERNARE L'ITALIA SENZA FARE “AMMUINA”

Sara' stato pure un falso storico quel “facite ammuina” - “fate confusione”-  previsto nel regolamento della Real marina del Regno delle due Sicilie, intorno all'anno 1841, ma in quanto ad efficacia immaginifica, tanto di cappello all'anonimo inventore. Il “facite ammuina” doveva servire ad impressionare il nemico, a sconcertarlo sulle effettive capacità belliche dell'avversario e a farlo desistere da ipotesi d'attacco. Insomma, una presa in giro.

Elia Fiorillo


ANTIPOLITICA, DISOCCUPAZIONE, FUGA ALL'ESTERO: I PUNTI GUIDA PER IL CAMBIAMENTO

Qualcuno è bravo – si fa per dire – a cambiare le carte in tavola. A sentire certi interventi risentiti pare che la Corte costituzionale si sia presa la briga di proporre-imporre artatamente una nuova legge elettorale, dichiarando incostituzionali pezzi del Porcellum. Come se non si sapesse che una sentenza della suprema Corte era nell'aria e, quindi, bisognava affrettarsi a legiferare per cambiare quella che lo stesso promotore definì una “porcata”. Lo scaricabarile, nella situazione in cui si trova il nostro Paese, è delegittimante per tutte le istituzioni democratiche. E gridare ai quattro venti slogan populistici “pro domo sua”, serve a contribuire al distacco irreversibile tra la politica e la gente. E chi s'illude che, così facendo, riuscirà a “demolire per ricostruire”, se è in buona fede, è da ricovero psichiatrico.

Elia Fiorillo


Napoli, clochard muore a pochi passi dal Comune. È polemica: mancano strutture di accoglienza

Napoli. A due passi dal Comune si muore di freddo ma, soprattutto, di indifferenza. Accade così che, in una delle notti più gelide di queste settimane, un clochard di origine maghrebina muoia nei pressi di Palazzo San Giacomo, poco lontano dalle sfavillanti vetrine di via Toledo. Samuel, questo il suo nome, aveva quarant’anni, diceva di essere un rifugiato politico e, nonostante i suoi problemi con l’alcool, era benvoluto dagli abitanti del centro antico napoletano.

Giuseppina Amalia Spampanato


Terra dei Fuochi. Gli “Ultimi” di don Aniello Manganiello scendono in campo

L’associazione “Ultimi per la legalità” di don Aniello Manganiello e un gruppo di giovani impegnati dell’Agro-Nolano scendono in campo con proposte concrete, per affrontare l’emergenza rifiuti tossici in Campania.

Giuseppina Amalia Spampanato


Il pasticciaccio brutto di piazza colonna

Ma chi gliel'ha fatto fare al Cavaliere di tentare di mandare prima il governo a gambe all'aria eppoi salvarlo come se niente fosse accaduto? Roba da matti. Lui che sul tempismo non è stato mai secondo a nessuno, stavolta ha dovuto giocare di rimessa. Hai voglia a dare la colpa a Letta, nipote, sulla responsabilità dell'aumento dell'Iva e sulla crisi di governo. La sottovalutazione del personaggio Enrico, ritenuto solo un Jo-condor senza consistenza, ha creato il pasticciaccio brutto di piazza Colonna n. 370, la residenza istituzionale del capo dell'esecutivo.

Elia Fiorillo


DEMOCRAZIA = ANARCHIA?

Durante le vacanze di Natale/Capodanno ho rivisto uno dei capolavori della cinematografia Italiana: “Il Marchese Del Grillo”. Tra una battuta e l’altra di Alberto Sordi e del grande Paolo Stoppa (PioVII), mi chiedevo a quale secolo si riferisse tutta la vicenda del simpatico Marchese Onofrio Del Grillo. Dal 1800 al 1820, solo pochi anni prima dell’unita’ della nuova Italia.

Vincenzo Marra