IL GUSTO DEGLI ALTRI

Facebook ha inventato il “mi piace”, un anonimo pollice all’insù, stile imperatore romano. Non ha
invece pensato al suo contrario: perché?

di Riccardo Fabrizi


Si parta dal presupposto che esprimere un dissenso richiede uno sforzo, chiaramente quando non è
fine a stesso. E’ necessario giustificarlo, argomentarlo e confrontarsi con chi la pensa in modo
diverso. L’impressione è che ultimamente questo sforzo non lo si voglia fare. Non è ben chiaro se
sia per una mancanza di argomentazioni o per una pace interiore che non si vuole turbare.
Il “non mi piace”, inteso nella sua accezione costruttiva, proietta la persona in un percorso ad
ostacoli, contro tutti quei pollici alzati che, piazzati l’uno dopo l’altro come paletti, costringono le
idee ad affinarsi in un arduo slalom per poter raggiungere il traguardo della critica.
Senza andare a scomodare i massimi sistemi del dissenso, la “recita” di fine corso di un gruppo
amatoriale di teatro può fornire un buon esempio.
Ci si trova chiaramente di fronte a dei non professionisti e di questo nessuno può e deve farsene una
colpa. Dopo lo spettacolo la frase di rito è: “Quanto siete bravi!” e fino a qui niente di male.
Stare per due ore seduti ad assistere allo spettacolo di parenti, amici o amanti, la maggior parte delle
volte controllando l’ora, è sicuramente un divertimento e che le persone si avvicinino all’arte è una
cascata d’acqua rigogliosa in questo deserto culturale.
La questione nasce quando, a quei complimenti, chi li riceve ci crede davvero e non riesce a
distinguere la verità dalla cortesia.
Ciò che ne consegue è che, allo spettacolo del secondo e terzo anno, gli “attori” in causa si
sentiranno dei divi non solo all’interno del loro nucleo di conoscenze ma si atteggeranno come tali
anche nei nuclei altrui.
La soluzione non è dire “Non mi piace” e buttare giù chi ci sta provando ma, invece di sostenere
tutti a tutti i costi, avere quegli strumenti che solo e solamente la cultura può offrire per poter
veramente dire ciò che pensiamo usando qualcosa di più di un dito blu.